Non ce l’ha fatta Francesco Ginese, il ragazzo di 26 anni che nella notte tra venerdì e sabato si è reciso l’arteria femorale tentando di scavalcare un cancello della città universitaria della Sapienza. Nelle ore dell’accaduto si stava svolgendo “La Notte Bianca”, una festa a sostegno delle spese legali dei movimenti studenteschi, che viene organizzata all’interno dell’Università di Roma da ormai quattordici anni. L’iniziativa di Venerdì 21 “Porto Aperto” era stata ideata come un luogo che unisse tutti, un momento di condivisione.
Il ragazzo era stato trasportato al Policlinico Umberto Primo in gravissime condizioni, e subito era partito l’appello sui social per la raccolta di sangue.
La Procura di Roma sta ora indagando per omicidio colposo contro ignoti. Una seconda informativa verrà ultimata nei prossimi giorni dalla Digos riguardo il party organizzato in città universitaria. In esame sono la posizione degli organizzatori dell’evento e la giurisdizione sugli spazi dell’ateneo. Gli organizzatori oltre ad aver espresso la loro vicinanza agli amici e alla famiglia della vittima in un post Facebook, hanno ritenuto necessario precisare alcuni aspetti riguardo la festa in questione.
[ngg src=”galleries” ids=”5″ display=”basic_thumbnail”]Lo stesso ha fatto l’Università Sapienza: “Quando l’Ateneo ha notizia dell’organizzazione di eventi non autorizzati, provvede sempre, come anche nel caso in questione, ad una preventiva formale comunicazione alle autorità di pubblica sicurezza. Inoltre, qualora tali eventi non autorizzati dovessero effettivamente svolgersi, contravvenendo al Regolamento in materia e/o forzando gli accessi agli spazi universitari, l’Ateneo procede sempre a presentare un esposto alla Procura della Repubblica”
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