Su una cosa il bi-Premier Giuseppe Conte ha certamente ragione: l’aumento dei casi di coronavirus accertati in Italia è dovuto anche al maggior numero di controlli eseguiti negli ultimi giorni.
Statisticamente non c’è nulla di anomalo, il che rende ancora più inquietante il fatto che Giuseppi abbia ammesso di essere «rimasto sorpreso dall’esplosione del numero di casi»: soprattutto se si pensa che neanche un mese fa sosteneva che «i cittadini italiani devono stare sereni e tranquilli» – a conferma di quanto sia deleteria l’espressione “stai sereno”.
Il vero problema, comunque, – ed è un problema piuttosto serio – è che sulla crisi da COVID-19 il Governo non ha azzeccato una singola mossa. E l’aggravante è che non sembra neppure rendersene conto.
«Siamo il primo Paese in Europa che ha deciso controlli più rigorosi e accurati e sin dall’inizio abbiamo optato per la linea di massima precauzione e rigore» si è vantato in televisione l’ex Avvocato del popolo. Considerato che siamo la terza Nazione al mondo come numero di contagi, dietro alle sole Cina e Corea del Sud, e che in brevissimo tempo la conta dei morti è già salita a sette, viene da chiedersi che sarebbe successo con delle misure appena meno efficaci.
Peraltro, il provvedimento tanto sbandierato dal Presidente del Consiglio è il blocco dei voli da e per la Cina deciso a fine gennaio. Una decisione che, oltre ad aver quasi causato una crisi diplomatica con Pechino, era non solo inutile, ma addirittura dannosa: inutile perché non teneva conto del fatto che esistono gli scali intermedi (e anche altri mezzi di trasporto, come le navi), dannosa perché ha impedito controlli davvero “rigorosi e accurati” sui passeggeri che provenivano effettivamente dalla Cina, e che eventualmente si sarebbero potuti porre in quarantena.
Poi, certo, resta la questione primigenia che quest’ultima parola sembra dare l’orticaria alle forze di maggioranza, a meno che non abbia connotazioni autoctone: come gli undici comuni del Lodigiano isolati in seguito al ricovero dell’ormai famigerato “paziente uno”, che poi è una decisione altrettanto inutile perché si chiude la stalla quando i buoi sono scappati da un pezzo – usufruendo oltretutto dei vantaggi della modernità globalizzata che però, nell’occasione specifica, rappresentano un tragico rovescio della medaglia (nel tanto vituperato Medioevo, per dire, le pandemie erano molto più rare perché le distanze erano più ristrette e venivano percorse in tempi decisamente maggiori).
Quando però si faceva notare, per esempio, che pure i barconi delle ong rappresentano potenzialmente un rischio per la salute pubblica (tralasciando, cioè, le implicazioni sulla sicurezza), ecco che pavlovianamente rispuntavano i deliri: anche istituzionali, se si pensa che il Governatore dem della Toscana Enrico Rossi ha liquidato il virologo Roberto Burioni con un surreale «chi ci attacca o non è informato o è un fascioleghista».
In realtà nemmeno questa è una grande sorpresa, visto che a livello ancora più alto si sono paragonati i cosiddetti populismi ai discorsi che «seminavano paura e odio» negli anni ’30. Il che fa quasi il paio con le amenità dei social che fino a qualche giorno fa farneticavano che il vero virus è la xenofobia, salvo scoprire improvvisamente che il vero virus, ops, è tautologicamente proprio il virus.
Da una parte, infatti, c’è l’ideologia, dall’altra ci sono la scienza e il buonsenso che, udite udite, non hanno colore politico e possono quindi essere rappresentate perfino da Matteo Salvini. Tanto è vero che, per esempio, i sindaci di Ischia hanno vietato l’approdo a chi arriva dalla Lombardia e dal Veneto (ordinanza poi annullata dalla Prefettura): cosa sarebbe, razzismo nei confronti dei lombardo-veneti? Ugualmente, il Governatore della Basilicata Vito Bardi ha imposto la quarantena obbligatoria per chi viene da Lombardia, Veneto, Piemonte, Emilia-Romagna e Liguria: sarebbe discriminazione nei confronti dei nordici? O non sarà che la salute è appena appena più importante delle ossessioni antirazziste degli antropologicamente superiori?
Ultimo appunto: qualche giorno fa l’esecutivo rosso-giallo ha emanato un Decreto legge per stanziare l’iperbolica cifra di 20 milioni di euro da destinare all’emergenza. Il che fa capire perfettamente il senso della nomina dell’attuale Ministro della Salute: così almeno al Governo c’è Speranza.
More Stories
Nasce l’Associazione “Uniti per Rovigo – Capitale del Polesine”: un nuovo impegno per il futuro del territorio
Ius Scholae, Tajani al Meeting di Rimini: “Preferisco chi non ha origine italiana ma canta l’inno di Mameli”
Crisi di ascolti per tutti i telegiornali, tranne il Tg di Mentana + 20%. Ci si informa online