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Disturbi alimentari, anoressia, bulimia, e abbuffate. I casi aumentano, i fondi no

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Spesso, i disturbi alimentari sono sintomi di problemi più profondi, come bassa autostima, depressione, ansia o traumi


I disturbi alimentari, quali anoressia, bulimia, e binge-eating (abbuffata di cibo), rappresentano sfide complesse e multifattoriali nel panorama della salute mentale. Il numero degli episodi è preoccupante e sembra che dopo la pandemia si registrino il doppio dei casi. La preoccupazione delle famiglie coinvolte poggia anche sul taglio dei fondi (25 milioni di euro) che lo Stato aveva destinato negli scorsi anni alla sanità per la cura della patologia.

Le condizioni di anoressia, bulimia, e binge-eating (abbuffata di cibo), sono caratterizzate da un rapporto problematico con il cibo e con l’immagine corporea, possono avere ripercussioni gravi sulla salute fisica e psicologica degli individui.

L’anoressia nervosa è forse il più noto tra questi disturbi. Caratterizzata da una restrizione alimentare severa e dalla paura ossessiva di ingrassare, l’anoressia può portare a una pericolosa perdita di peso e a squilibri nutrizionali critici. A differenza di quanto si potrebbe pensare, l’anoressia non è solo un problema adolescenziale: può colpire persone di tutte le età e di ogni background sociale e culturale.

La bulimia nervosa, invece, si manifesta con cicli di abbuffate seguiti da comportamenti compensatori, come il vomito autoindotto, l’uso eccessivo di lassativi o esercizio fisico estremo. Questi comportamenti possono causare gravi problemi gastrointestinali, squilibri elettrolitici e dentari.

Il binge-eating disorder, meno conosciuto ma non meno importante, è caratterizzato da episodi di ingestione compulsiva di cibo, seguiti da sentimenti di vergogna e colpa, ma senza i comportamenti compensatori tipici della bulimia. Questo disturbo è spesso associato a problemi di peso, obesità e a rischi per la salute correlati, come malattie cardiovascolari e diabete.

L’importanza di affrontare questi disturbi risiede non solo nel ripristinare un’alimentazione equilibrata e una corretta percezione del proprio corpo, ma anche nel trattare le complesse dinamiche psicologiche sottostanti. Spesso, i disturbi alimentari sono sintomi di problemi più profondi, come bassa autostima, depressione, ansia o traumi. Per questo, il trattamento richiede un approccio multidisciplinare che coinvolga medici, psicologi, nutrizionisti e, a volte, specialisti in riabilitazione alimentare.

La prevenzione è altrettanto cruciale. Sensibilizzare il pubblico sui rischi e sui segni di allarme dei disturbi alimentari può aiutare a identificarli precocemente. È importante promuovere un’immagine corporea sana e realistica, soprattutto in un’era dominata dai social media, dove le rappresentazioni spesso idealizzate del corpo possono contribuire a instillare aspettative irrealistiche e insoddisfazione corporea.

In conclusione, affrontare i disturbi alimentari è fondamentale non solo per la salute fisica, ma anche per il benessere psicologico degli individui. Un approccio compassionevole, informato e multidisciplinare può fare la differenza nel percorso di recupero di chi ne soffre. Creare ambienti di supporto, aumentare la consapevolezza e promuovere un dialogo aperto sono passi essenziali per combattere questi disturbi e per aiutare le persone a ritrovare un rapporto equilibrato e sano con il cibo e con se stesse.