Volendo fare un’analogia con la nota favola di Esopo, si potrebbe paragonare la politica alla cicala, e l’economia alla formica. Se infatti la prima può (forse) permettersi di fare, di quando in quando, dei voli pindarici, la seconda la riporta sempre coi piedi per terra. Una lezione che Bruxelles si ostina a non voler imparare – seguita a ruota da Roma.
La cicala della politica e la formica dell’economia
È notizia di questi giorni che la Ue ha vietato la vendita di auto alimentate a benzina e diesel a partire dal 2035. Una decisione, spiega Il Sole 24 Ore, figlia del “solito” miraggio collettivo che va sotto il nome di affermazionismo ambientalista. Nonché del suo braccio armato, l’European Green Deal, col suo utopistico piano trentennale di neutralità climatica.
L’aspetto (più) paradossale è che, nel mentre, come rileva l’ANSA mezza Europa sta riaprendo le centrali a carbone per sopperire alla carenza di gas russo. Con la Germania che, come rimarca Panorama, fa da capofila, e l’Italia che non è da meno. Anche perché frattanto l’inflazione, trainata (guarda caso) dagli energetici, a giugno si è impennata all’8% – ai massimi dal 1986, come precisa Il Fatto Quotidiano.
Un contesto che, en passant, dovrebbe mettere l’esecutivo del Premier Mario Draghi al riparo dalle intemperanze della maggioranza ecumenica. Come infatti sottolinea Il Giornale, è difficile ipotizzare una crisi di Governo in piena emergenza bellica, finanziaria e idrica. Praticamente impossibile a meno di tre mesi dalle “onorevoli” pensioni che, come scrivevamo, scatteranno il prossimo 24 settembre.
Realtà e realpolitik asfaltano (ancora) le ideologie
In effetti, già gli antichi Romani sostenevano che ubi maior, minor cessat. Tant’è che, come riporta Sky TG24, nell’industria alimentare sta rispuntando perfino l’olio di palma, da anni ostracizzato perché poco «ecosostenibile».
L'urlo di Greta ai potenti del mondo #caldo pic.twitter.com/qmfuFRPqi0
— Le frasi di Osho (@lefrasidiosho) June 28, 2022
A ulteriore conferma che, dopo anni di greenwashing, pare proprio la narrazione eco-castastrofista stia (finalmente) cedendo il passo, asfaltata dall’economia. Un destino, d’altronde, comune a tutte le ideologie che, presto o tardi, finiscono sempre per soccombere alla realtà, o almeno alla realpolitik.
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