Il trittico che va dal 29 al 31 gennaio viene denominato pressoché da sempre col nome collettivo di “Giorni della Merla”. La saggezza popolare le considera le giornate più fredde dell’anno, nonché un indice dell’arrivo (precoce o meno) della primavera successiva. Una tradizione le cui radici e il cui significato affondano nella leggenda.
Le leggende sui Giorni della Merla
Il folklore italiano, come nota Il Riformista, concorda pressoché generalmente sul fatto che la merla eponima sia semplicemente la femmina dell’uccellino dal becco giallo e le piume nere. Tuttavia, secondo vari resoconti, inizialmente la sua livrea era bianca. I rigori di un prolungato inverno avrebbero però spinto il volatile a cercare rifugio in un comignolo, la cui cenere ne avrebbe quindi scurito il manto.
Diverse sono invece le due versioni riportate, come rileva La Repubblica, dal letterato settecentesco Sebastiano Paoli (o Pauli), e “ambientate” sul Po. In una il protagonista è un grande cannone soprannominato “la Merla”, nell’altra una «Nobile Signora di Caravaggio, nominata de Merli». In entrambi i casi vi era la necessità di oltrepassare il fiume, il che fu possibile solo quando le sue acque ghiacciarono, alla fine di gennaio.
Il mito di Demetra e Persefone
In ogni caso, il racconto più antico sui Giorni della Merla parrebbe essere il mito greco di Demetra, dea delle messi (Cerere per i Romani), e sua figlia Persefone (Proserpina in latino). Quest’ultima venne rapita da Ade (Plutone), dio dell’Oltretomba, che ne fece la sua sposa e la regina degli Inferi.
Sia Ade che Demetra erano fratelli di Zeus (Giove), il padre degli dèi, al cui giudizio decisero di rimettere la questione. Il Re dell’Olimpo sentenziò salomonicamente che la nipote trascorresse metà dell’anno con la madre (la cui gioia origina primavera ed estate) e metà col marito (da cui autunno e inverno). E poiché Persefone preannunciava a Demetra il proprio ritorno inviandole come messaggera una merla, questa divenne un araldo della rinascita della natura.
Da qui potrebbe derivare la credenza in base alla quale dalle temperature del triduo sarebbe possibile capire quando inizierà la bella stagione. Se i Giorni della Merla saranno miti, l’inverno durerà ancora a lungo, se invece saranno freddi, la primavera non tarderà ad arrivare. Se tanto ci dà tanto, quella del 2023 dovrebbe essere già in cammino.
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